The Turn of the Screw - 7 settembre Teatro alla Scala

The Turn of the Screw di Benjamin Britten, tratto dall’omonimo racconto di Henry James, è una delle pietre miliari del Novecento musicale, uno dei più affascinanti e originali drammi che il teatro lirico abbia mai avuto. Sconvolgente, sconcertante? Certamente, come lo è il testo di James.

L’opera, commissionata dalla Biennale di Venezia nell’ambito del XVII Festival di musica contemporanea, fu rappresentata alla Fenice il 14 settembre 1954. “Un pubblico magnifico e veramente internazionale, superato il primo effetto di sorpresa – così riferisce Eugenio Montale presente quale critico musicale – ha accolto con acclamazioni e numerose chiamate alla ribalta l’autore e gli interpreti”. Britten per rispondere alla richiesta veneziana aveva scritto l’opera in soli tre mesi, da metà aprile a fine luglio1954, ma bisogna presupporre un tempo lungo e meditato di riflessione dal momento che il compositore già nel 1932 nel suo diario dichiarava di essere attratto dal racconto di James definendolo “meraviglioso, sinistro, terrificante”.

La trasposizione dal racconto fu affidata a Myfanwy Piper che, attenuando un poco l’ombra dell’ambiguità avvolgente i due bambini Flora e Miles, l’istitutrice, i fantasmi Miss Jessel e Quint, realizzò un bellissimo canovaccio. Il miracolo di Britten sta nell’essere riuscito a ricreare, con un organico costituito da un pianoforte e da soli tredici elementi, la tensione, la suggestione del The Turn ispiratore letterario. La sua è una “traduzione” di straordinario fascino atmosferico.

Importante per la comprensione dell’opera è senza dubbio il verso preso a prestito da William Butler Yeats: “The ceremony of innocence is drowned” (La cerimonia dell’innocenza è annegata) attribuito nell’opera al personaggio Quint: una frase illuminante per suggerire che il cuore dell’opera è posto nella supposizione della perdita dell’innocenza.

The Turn of the Screw va in scena il 14 settembre con la regia del Direttore Artistico del Covent Garden Kasper Holten che debutta alla Scala e con la direzione di un maestro di grande sensibilità e cultura come Christoph Eschenbach. Interpreti di straordinaria eleganza Ian Bostridge e Miah Persson.

Nell’incontro “I fantasmi del plagio” con ascolti e video, parla di The Turn of the Screw Marco Emanuele, musicologo e compositore.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti

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